I QUASARS E LA REIONIZZAZIONE COSMICA

Image Credit: NASA/ESA

Recentemente è stato suggerito che i quasars possano essere i responsabili principali della reionizzazione dell'universo.

Un po' di storia per chi non sapesse cos'è la reionizzazione cosmica - Secondo la "teoria standard" l'universo nelle sue prime fasi di vita dopo il Big Bang è caldo e denso e la temperatura è troppo alta perché si possano formare gli atomi (l'atomo di idrogeno è formato da un protone e un elettrone che gli gira intorno) e quindi protoni ed elettroni si muovono liberamente in un mare di fotoni. Dopo circa 300.000 anni dal Big Bang l'universo si raffredda e i protoni catturano gli elettroni formando gli atomi di idrogeno (questa fase viene detta di ricombinazione cosmica e viene ricordata come l'età oscura dell'universo - l'idrogeno neutro non emette radiazione e l'universo è completamente buio). Successivamente si formano le stelle e le galassie (l'universo si "riaccende") e la luce emessa da queste sorgenti luminose ionizza nuovamente l'idrogeno (l'elettrone viene nuovamente strappato al protone - idrogeno ionizzato). Questa fase, che arriva fino ai giorni nostri, viene detta di reionizzazione cosmica. Tutte queste fasi vengono studiate analizzando la radiazione cosmica di fondo.
Da tali analisi si ricava che gran parte della reionizzazione potrebbe essere avvenuta ad un redshift z=6 (a redshift elevati corrispondono grandi distanze sia nello spazio che nel tempo). Un recente studio ha analizzato il numero di quasar a z=6 e ha osservato che la popolazione potrebbe essere insufficiente per spiegare tutta la reionizzazione dell'universo avvenuta in quell'epoca - quindi altre sorgenti dovrebbero essere implicate nel processo.
Queste analisi sono importanti per capire meglio come si è evoluto l'universo dal Big Bang fino ad oggi.

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http://vis.sns.it/il-satellite-planck-corregge-le-epoche-delluniverso/
http://www.lescienze.it/news/2012/09/10/news/radiazione_cosmica_fondo_reionizzazione-1245120/?refresh_ce
http://jwst.nasa.gov/firstlight.html

► Journal reference:
http://arxiv.org/abs/1511.01585
http://iopscience.iop.org/article/10.1088/2041-8205/813/2/L35;jsessionid=9CF824AF5CCB5CA65AE592274C573018.c5.iopscience.cld.iop.org

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NASA/ESA

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